Il processo per la strage di Erba si può rifare. La Corte d’Appello di Brescia ha infatti accolto le richieste di revisione per le condanne di Olindo Romano e Rosa Bazzi, entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo. Le istanze erano state presentate dal pg Cuno Tarfusser e dai legali guidati da Fabio Schembri, sulla base di nuove consulenze riguardanti la strage dell’11 dicembre 2006.
La Corte di Brescia, in qualità di giudice della revisione, ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti dei due coniugi per la prima udienza del processo di revisione. Il primo marzo a Brescia comincerà la discussione cha avrà al centro quali prove o nuove testimonianze ammettere.
Il nuovo processo ha tre possibili epiloghi: assoluzione o condanna di Rosa Bazzi e Olindo Romano oppure con una dichiarazione di inammissibilità dell’istanza di revisione. “Siamo contenti della notizia, discuteremo per arrivare a una sentenza di assoluzione”. Lo ha detto all’agenzia AGI l’avvocato Fabio Schembri, difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi, commentando la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Brescia. Soddisfazione anche per il procuratore generale Tarfusser dopo l’istanza presentata lo scorso aprile 2023: ”Sono contento, è una grandissima soddisfazione professionale che mi ripaga di tutta una serie di ostacoli e angherie degli ultimi tempi. Sono contento perché vuol dire che evidentemente non ho sbagliato”. All’Adnkronos aggiunge: ”Più leggo gli atti e più ci credo, ora tocca alla corte di Brescia. Io sono professionalmente felice”.
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Cos’è la Strage di Erba
Era l’11 dicembre 2006 quando a Erba, comune di 15mila abitanti in provincia di Como, avvenne una strage, rendendo il piccolo centro protagonista di uno dei delitti più efferati della storia della cronaca nera italiana. Della “Strage di Erba” furono condannati i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, ritenuti colpevoli dell’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio di 2 anni Youssef Marzouk, della nonna del piccolo Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Uccisi a colpi di coltello e spranga.
Un caso che ha sulle spalle oltre 16 anni di sentenze definitive, prove regine, confessioni fatte e poi ritrattate. Il pool di avvocati dei due coniugi ha prodotto una serie di nuovi atti che il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser ha raccolto, chiedendo alla procura generale – e quindi ai suoi superiori – di riaprire il fascicolo, ritrasmettendo gli atti alla Corte d’appello di Brescia, “in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo”.
Fonte: Il riformista
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