LA CORTE EUROPEA HA ACCOLTO PARZIALMENTE IL RICORSO FATTO DALLA FAMIGLIA UVA. Lo Stato italiano DOVRA' rispondere in merito ai fatti legati alla MORTE di Giuseppe Uva, AVVENUTA il 14 giugno del2008 all’ospedale per un ARRESTO CARDIACO. Per queSTA VICENDA finirono a processo sei poliziotti e due carabinieri che portarono l’uomo, 43 anni, in caserma a Varese nel cuore della notte dopo un disturbo alla quiete pubblica in centro città: ACCUSATI DI OMICIDIO PRETERINTENZIONALE E SEQUESTRO DI PERSONA FURONO TUTTI ASSOLTI IN OGNI GRADO DI GIUDIZIO. NEL 2021 LA FAMIGLIA UVA DECIDE DI RIVOLGERSI ALLA CEDU CON QUATTRO motivi di impugnazione, due dei quali sono stati di ammessi. Si tratta delle contestazioni rivolte al trattamento subito DA GIUSEPPE GIUDICATO in contrasto con l’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo e legato a condotte e trattamenti «disumani o degradanti» e alla richiesta allo Stato italiano di produrre documentazioni legate agli aspetti procedurali e investigativi sul caso IN PARTICOLARE CI SI CHIEDE SE LO STATO SI SIA IMPEGNATO ABBASTANZA NELLA RICOSTRUZIONE DEGLI AVVENIMENTI DI QUELA NOTTE CHE PORTARONO ALLA MORTE DI UN GIOVANE UOMO. CI SAREBBE LA POSSIBILITA' PER LO STATO ITALIANO DI RISARCIRE GLI EREDI DI UVA ATTRAVERSO UN ACCORDO ENTRO IL 28 GIUGNO SE CIO' NON DOVESSE ACCADERE la Cedu andrà avanti con l'istruttoria per verificare le contestazioni mosse. UN RISARCIMENTO SEMBRA PERò IMPROBABILE, QUESTE LE PAROLE DELLA SORELLA DI GIUSEPPE, LUCIA UVA «La battaglia che ho condotto in questi anni è per arrivare alla verità sulla morte di Giuseppe Questa non è una questione di risarcimento, il mio unico vero risarcimento sarà quello di vedere finalmente lo Stato italiano rispondere a domande sulla morte di mio fratello».
LA CEDU CHIEDE ALL'ITALIA DI FARE LUCE SULLA MORTE DI GIUSEPPE UVA
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